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venerdì 11 settembre 2009

15. Le mie vacanze in Libia negli anni '60


di Maria Genta


Durante le vacanze estive, andavo a passare un paio di mesi in una fattoria in campagna, in un paese a circa 40 km da Tripoli, presso una famiglia di amici. La casa era composta da tre stanze: la cucina, centrale, e due camere da letto a lato. Il bagno non esisteva: c'era un capanno scoperto poco distante da casa. In cucina c'era un bel focolare a legna, dove la madre della mia amica preparava i pasti. All'esterno c'era un grande forno dove veniva cotto il pane una volta alla settimana: una parte dell'impasto veniva messo da parte per diventare lievito per l'infornata seguente.
Di bello c'era una vastissima vasca di cemento per raccogliere l'acqua del pozzo, che serviva poi per l'irrigazione: quella era la nostra piscina.
Il papà della mia amica era potatore e la casa era in mezzo a distese di alberi di mandorle, di arance e mandarini. Il periodo della fioritura era sicuramente lo spettacolo più bello, per non parlare del profumo intenso dei fiori d'arancio !

sabato 25 luglio 2009

14. Com'erano diversi i ruoli tra uomo e donna prima degli anni '60


di Incoronata Piunno
Quando io ero bambina, nelle famiglie, fra uomini e donne, vigeva una netta divisione di ruoli e compiti. Nella mia era evidente anche un’altra differenza: gli uomini erano di fede socialista, anticlericali e “mangiapreti”; le donne invece trascorrevano la loro esistenza tra casa e chiesa, cucito e ricamo, preghiere e rosari.
Il pane si faceva in casa e il suo profumo la inondava spesso. Tutti i lavori domestici avvenivano la mattina, fin dalle prime ore dell’alba perché il pomeriggio bisognava sedersi a cucire, rammendare e ricamare. Noi bambine dovevamo imparare queste arti, ma soprattutto avevamo il compito di tenere i grani del Rosario mentre le mani di mia nonna, mia madre e mia zia erano impegnate con ago e filo.
Nei lunghi pomeriggi estivi, mentre filtrava la luce dalle persiane socchiuse e già sentivo le mie amichette che organizzavano i loro giochi in strada, la lunghezza di quel ripetere: «Ave Maria…», mi sembrava veramente interminabile. Lucia, la mia cuginetta, mi faceva cenno di accelerare, ma lo sguardo severo di mamma mi faceva desistere. Così, tra preghiere e discussioni sui diritti dei lavoratori e rivendicazioni sociali, sono cresciuta.
Per un periodo ho creduto che fossero incompatibili. Ora non lo penso più.