domenica 13 dicembre 2015

93. Le serve nelle case borghesi del passato, racconto di Lina Pietravalle

Fino alla fine della Seconda guerra mondiale era facile trovare nelle case delle persone abbienti la servetta, ovvero una ragazza di campagna andata a servizio presso una famiglia per poter guadagnare un po’ di soldi, che avrebbe poi utilizzato sia per il suo corredo, una volta che andava sposa, sia per aiutare la propria misera famiglia. E non era raro che queste giovinette, trattate molte volte come vere schiave, diventassero anche un oggetto sessuale dei maschi di famiglia, con gravidanze indesiderate, come ci espone la scrittrice Lina Pietravalle ne “I racconti della terra”.

La scrittrice ci trasporta negli anni Venti del secolo appena passato e, con un linguaggio ricco e raffinato, pieno di sfumature psicologiche, ci racconta la storia di Rosanella inviata a servizio in un paese del Molise.

domenica 18 ottobre 2015

92. La responsabilizzazione dei figli nel passato e la deresponsabilizzazione di adesso


di Barbara Bertolini


Per i genitori del passato l’educazione dei propri figli era sentita come primordiale. I ruoli erano chiari: non c’era la mamma amica né, tanto meno, il papà amico (che veniva chiamato babbo). Anzi, soprattutto nel mondo contadino, i figli davano del “voi” ai propri genitori. E, questo “voi” marcava una distanza di rispetto che non permetteva intemperanze, oltraggi o volgarità. Nessun bambino rispondeva ai propri genitori senza beccarsi un sonoro ceffone.

Con gli insegnanti era ancora peggio. Arrivati a scuola si doveva ubbidire senza fiatare alle regole da loro imposte. Gli scolari si guardavano bene dal riferire ai propri genitori le punizioni ricevute in classe perché, una volta a casa, rischiavano di prendersi una doppia razione di scappellotti. Se si era stati puniti, pensavano mamma e papà, era senz’altro per una giusta ragione ed era quindi normale che gli educatori correggessero l’alunno.

giovedì 18 giugno 2015

91. La gita scolastica del passato

di Barbara Bertolini



Gli eccessi degli studenti alle gite scolastiche di oggi mi riportano a quelle del passato, all’entusiasmo che provavamo per la prima vera uscita di tutta la classe.  Un premio che veniva concesso in genere ai bambini arrivati all’ultimo anno obbligatorio: la quinta elementare. 
Le mete erano di una sola giornata: nessuna aveva soldi da spendere in alberghi o ostelli della gioventù che in Italia erano ancora rari. Per cui, l’itinerario era previsto a piedi oppure in pullman se la destinazione  era più lontana. La scampagnata nei dintorni del paese oppure la gita vera e propria era, per noi, motivo di grandissima felicità. Ci si preparava almeno un mese prima a questo avvenimento e, arrivato il giorno, con la nostra colazione al sacco, ci avviavamo festosi per assaporare un momento di puro piacere.

lunedì 11 maggio 2015

90. Il mese di maggio nei paesini italiani



E’ ritornato maggio, con tanti fiori….♫♫♫

Oltre all’esplosione della natura che riprendeva in pieno il suo ritmo rigeneratore con un tripudio di suoni, odori e colori,  nel passato, nei paesini italiani,  maggio assumeva un carattere puramente religioso: il mese della Madonna. Che veniva rispettato da tutti. I ritmi lenti del tempo ci permettevano di assaporare a pieno dei primi tepori estivi. Nel mio paese, diviso da tante borgate, ognuna aveva il proprio oratorio. Ed era lì che, quando sentivano il suono della campanella, ci riunivamo all’ora del vespro  per il rosario.  Poiché non c’erano i sacerdoti, impegnati tutti nelle chiese importanti, da noi la festa era davvero solo ed unicamente al femminile per cui allegra, con tutti i canti, colorata, con tutte le decorazioni  di fiori e sinceramente devota. Credo che da nessuna parte la Madonna venisse festeggiata con tanto ardore come a Cà de Pazzi.

lunedì 2 marzo 2015

89. Le balere del tempo passato, come i giovani si divertivano negli anni ’40-‘60

Balli nell'aia (Serena Ranieri)


di Barbara Bertolini


Abbiamo tutti sentito parlare della balera,  la discoteca del passato, la sala da ballo formato economico dei nostri genitori, nonni  o bisnonni, maliziosa e galeotta poiché  ha permesso di poter avvicinare la persona desiderata, in tempi in cui non era possibile nessun contatto con l’altro sesso. 

L’Emila Romagna è considerata per eccellenza la patria della balera.  Ed è emiliana la novantenne signora Armentina Bonini,  a cui mi rivolgo per attingere informazioni sul passato poiché i suoi ricordi sono nitidi.

sabato 24 gennaio 2015

88. I primi supermercati e ipermercati sono arrivati in Italia in pieno boom economico

foto Esselunga
di Barbara Bertolini

Negozio, emporio, spaccio, bottega, rivendita, sono le varie denominazione dei luoghi dei nostri acquisti fino agli anni ’60, insomma, tutto, tranne supermercato. Fino ad allora il nostro potere di acquisto era molto limitato e, quindi, non abbiamo potuto fare come i ricchi americani che già verso la fine degli anni ’40 contavano più di 30 mila supermercati sul loro territorio.
   
La data esatta dell’apertura del primo supermercato italiano è il  27 novembre 1957,  a Milano. Infatti,  in viale Regina Giovanna, una ex officina ospita “Supermarket Italiani S.p.A.” ,  il  rivoluzionario negozio che stravolgerà il modo di fare la spesa di milioni di persone.