di Barbara Bertolini
Per i genitori
del passato l’educazione dei propri figli era sentita come primordiale. I ruoli
erano chiari: non c’era la mamma amica né, tanto meno, il papà amico (che veniva
chiamato babbo). Anzi, soprattutto nel mondo contadino, i figli davano del
“voi” ai propri genitori. E, questo “voi” marcava una distanza di rispetto che
non permetteva intemperanze, oltraggi o volgarità. Nessun bambino rispondeva ai
propri genitori senza beccarsi un sonoro ceffone.
Con gli
insegnanti era ancora peggio. Arrivati a scuola si doveva ubbidire senza
fiatare alle regole da loro imposte. Gli scolari si guardavano bene dal
riferire ai propri genitori le punizioni ricevute in classe perché, una volta a
casa, rischiavano di prendersi una doppia razione di scappellotti. Se si era
stati puniti, pensavano mamma e papà, era senz’altro per una giusta ragione ed
era quindi normale che gli educatori correggessero l’alunno.