Chi è entrato
a lavorare negli uffici negli anni ’60 ha visto un’evoluzione epocale del modo
di operare durante i quarant’anni seguenti a causa dell’arrivo di nuova
tecnologia.
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Personalmente,
ho seguito passo a passo tutta l’evoluzione.
Dalla penna
inchiostro e calamaio sono passata alla biro. Poi, macchina da scrivere
meccanica, una “Remington” che, ancora
studentessa, mi sono comperata con i
primi soldi guadagnati facendo lavoretti.
La macchina da
scrivere aveva un nastro che doveva essere cambiato quando si esauriva
l’inchiostro. I tasti erano duri e bisognava battere forte con i polpastrelli delle
dita per farli imprimere sulla carta. Per andare a capo, bisognava accompagnare
il carrello con una mano. Se si
sbagliava a scrivere si strappava dal rullo la lettera, la si arrotolava e la
si gettava nel cestino, ricominciando tutto daccapo. Arrivò poi la possibilità di fare correzioni (
anni ’70), prima con il bianchetto, una specie di smalto bianco con cui si
ricopriva la lettera o la parola sbagliata e poi lo stick, sempre con lo stesso
principio del bianchetto ma ingessato in una cartina che si frapponeva fra
tasto e foglio, permettendo piccole correzioni.
La macchina da
scrivere divenne sempre più veloce grazie all’elettricità e Ibm ne
inventò varie, tra cui una con una palla al posto dei caratteri tradizionali e
un’altra che fece impazzire le segretarie perché ogni lettera aveva uno spazio
diverso, secondo la grandezza e, quando si sbagliava, erano dolori perché le
lettere non combaciavano più. Questo sistema, però, permetteva
una scrittura molto armoniosa.
La rivoluzione
della macchina da scrivere arrivò a metà anni ottanta: una Olivetti che
memorizzava una riga prima di battere il testo sulla carta, e permetteva quindi
una correzione più facile. Una vera rivoluzione che guardavamo con meraviglia
non immaginando quello che sarebbe arrivato dopo.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvSs2wP-rmWm7_R_qMuzBaHJUciz3W0Nx19duCDMxChR0fyiM-BAJZty5UlfecGrd7SGI0V7RR9aYIzXyibHNVy9q5MdjLufRPLWR-xXmSKO-S1bckdsgPn4ySITUhbrIfk6aTBKL4RajS/s200/telescrivente.jpg)
Per la comunicazione dei dati arrivò la telescrivente o telex una macchina che inviava informazioni via telefono. Ma non copiava nulla per cui bisognava scrivere tutto quello che si doveva mandare. Per velocizzare l’invio, e pagare quindi meno telefono, fu inventata una striscia che, man mano si scriveva il testo (non in diretta) veniva forata dai tasti del telex. Poi, durante la trasmissione, si inseriva la striscia e la macchina leggeva lo scritto che arrivava così molto velocemente in tutte le parti dei paesi industrializzati.