Loreta Giannetti, italo-canadese, ci racconta la partenza per l’America. Una partenza dolorosa, straziante, vista con gli occhi di una bambina che sente sparire il proprio mondo. Gli emigrati che hanno vissuto le stesse emozioni si ritroveranno nel racconto della piccola molisana.
Fine dicembre 1956. Fa freddo in casa. Domani si parte per Napoli dove prenderemo il bastimento per l’America. Non riconosco più la mia casa. I mobili sono stati venduti. Sono rimaste solo tre sedie in mezzo alla cucina e le casse recuperate per la costruzione del presepio.
Il camino acceso che ci riscalda ci fa un po’ di luce con la sua fiamma. Fuori è buio. Notte senza stelle. Mia madre mi sembra più grande del solito. Quando cammina per la cucina, la sua ombra arriva fino al soffitto. Ho paura. Mia sorella dorme su una cassa che gli fa da culla. La casa la chiudiamo domani.
Stasera si veglia e si aspettano parenti e amici venuti a salutarci. Arrivano i nonni, arrivano gli zii e zie. Non sanno dove mettersi; mamma offre le sedie ai piu anziani e le casse ai più giovani. Nessuno ha voglia di parlare; si piange solamente. Anche il fuoco tace stasera. Fa freddo e buio. Tutti di nero vestiti, come ad un funerale. Solamente occhi rossi, solo occhi bagnati da tante lacrime.
La nonna si mette a parlare a bassa voce con mia madre. Forse gli parla di mio padre, suo figlio che ci aspetta in America. Ma le lacrime di mamma aumentano sempre più. Mi avvicino e lei mi prende fra le sue braccia. La prima volta da tanti mesi.
Fuori una fisarmonica si mette a suonare: una canzone triste poi altre due e niente più. Si sente il passo del musicista che si allontana. Arriva altra gente, vicinato, amiche di mia madre, comari e compari: cominciano piano piano grida di dolore.
Grida di mamma straziata da questa partenza e grida di quelli che rimagono. Grida delle nonne, delle zie, delle comari. Gli uomini tacciono e fissano il fuoco del camino, la sigaretta in bocca. Non dicono niente. Dopo un po’ se ne vanno tutti. «Vi accompagniamo domani alla stazione!».
La cucina si è riscaldata; il fuoco rimane fedele: è lui che ci fa compagnia fino alla fine della notte.
Mia sorella dorme sempre. Mia madre prepara un lettino fatto di casse di legno del presepio. Ci mette la grossa coperta verde e mi prende fra le braccia e lì, distese sulla terra di Betlemme, vicino al fuoco, arriva il sonno. Tutto ormai è buio intorno a noi.
Loreta Giannetti
2 commenti:
Questo scritto mi ha davvero fatto capire cos'era la partenza per una terra sconosciuta. E mi domando: questa bambina (diventta adulta) ha poi trovato l'"America" dall'altra parte dell'oceano o no???
Si l'America l'ha trovata ma questa è un'altra storia.
lg
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