martedì 21 novembre 2017

99. Il mangiadischi e la generazione “yéyé”


di Barbara Bertolini



La generazione nata prima degli anni ’60 è passata dalla canzone napoletana, che ha dominato incontrastata fino alla fine della Seconda guerra mondiale, a quella melodica di Nilla Pizzi, Claudio Villa, Luciano Tajoli, Gino Latilla  ̶  canzoni le loro cantante a squarciagola dalle nostre mamme mentre erano intente ai lavori domestici  ̶   per transitare dagli urlatori come Tony Dallara, Adriano Celentano, Joe Sentieri ed approdare a quelli che erano i “nostri” cantanti, perché giovanissimi, ovvero Gianni Morandi, Rita Pavone, Caterina Caselli, Patty Bravo, Marisa Sannia, Adamo, ecc…. E poi, subito dopo, ispirati dai Beatles, sono arrivati i rocker o cantanti beat, come l’Equipe 84, i Camaleonti, i Dik Dik, i Nomadi e altri che ci hanno stregati con le loro musiche. E, io che vivevo fra due culture, seguivo con passione anche i cantanti francesi come Sheila, Sylvie Vartan, Françoise Hardy, Antoine, Mireille Mathieu, Jacques Dutronc, Arlette Zola, ecc…


Un’evoluzione rapidissima dovuta soprattutto all’invenzione dei dischi di vinile a poco prezzo che ha permesso il loro acquisto anche a degli squattrinati come eravamo noi. Ma ciò è dipeso anche dall’arrivo di due strumenti importanti: il juke-box e il mangiadischi.

eccolo il mangiadischi

Dal punto di vista musicale la nostra generazione è stata baciata dall’abbondanza: un ventaglio di musica che toccava tutti i ceti.  I juke-box sparavano canzoni in tutti i luoghi pubblici; perfino le parrocchie ne erano dotate, ed i loro “tormentoni” dell’estate ci entravano nelle orecchie e non ne uscivano più come “Abbronzatissima”,  “Fatti mandare dalla mamma”, “Nessuno mi puògiudicare, nemmeno tu”, “Perché, perché la domenica mi lasci sempre sola”, “Tu mi fai girar, tu mi fai girar come fossiuna bambola” e via cantando…

Ascoltando la musica di questi cantanti, abbiamo ballato con loro nelle discoteche il twist, il rock o il cha cha cha, importati direttamente dall’America,  balli che rompevano totalmente con il liscio delle balere delle nostre mamme o nonne in cui rimaneva immutabile solo “il ballo del mattone”…Cantava, infatti, Rita Pavone Non essere geloso se con gli altri ballo il twist, non essere furioso se con gli altri ballo il rock, con te, con te, tu che sei la mia passione io ballo il ballo del mattone.

Insomma la nostra gioventù ha avuto il vento in poppa. Si pensa sempre con nostalgia alla giovinezza, abbellendo più del dovuto i nostri ricordi ma, effettivamente, gli anni ’60-’70 sono stati travolgenti per noi donne. Grazie alle lotte della generazione precedente, la ragazza cominciava ad avere più libertà di movimento, entrava nel mondo del lavoro, aveva una paga che poteva spendere in beni non indispensabili (e non solo nel corredo), poteva scegliere il suo partner: era arrivata la famosa pillola per il controllo delle nascite quindi non più solo procreatrice con l’incubo di rimanere incinta. E ancora tante altre conquiste.

E, senz’altro, nei nostri ricordi spensierati domina incontrastato il mangiadischi che potevamo portare ovunque per sentire i cantanti preferiti. L’unico disco che aveva il formato per essere ingoiato dal mangiadischi (infatti lo si doveva inserire e spingere nella sua bocca),  era però il famoso 45 giri ovvero un disco da 178 millimetri di diametro e  che ruotava appunto a una velocità di 45 giri al minuto. Il mangiadischi aveva colori sgargianti, che contrastavano con il marroncino del legno utilizzato fino a quel momento, ecco perché questo strumento aveva un fascino particolare per noi che  non immaginavamo di certo quello che sarebbe venuto dopo, ovvero un mondo sommerso dal PVC.

Anni beati che hanno portato tanto benessere e che hanno totalmente cambiato il mondo.


Barbara Bertolini©2017 tutti i diritti riservati
P.S: se cliccate dove ci sono i segni musicali, sulle scritte blu, potrete sentire le canzoni.

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