mercoledì 18 maggio 2016

95. Una lavagna, il…computer della mia infanzia

Siamo negli anni ’50, i genitori di Rita Frattolillo, seconda di quattro figlie, decidono di non mandarla a scuola ma di tenerla a casa a badare alle sorelline più piccole. La mamma e il papà sono insegnanti e, quindi, all’educazione scolastica penseranno loro. Ecco i ricordi di Rita di questa inusuale esperienza:
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Per quanto possa sembrare strano, a casa mia tra tutte le camere preferivamo la cucina.
La domenica, quando tutti erano liberi dal lavoro e non c’era fretta, ci piaceva indugiare intorno alla grande tavola apparecchiata per la prima colazione, e, tra un sorso e l’altro di caffelatte, chiacchierare del più o del meno. E fare il programma della giornata, che spesso comprendeva un’escursione fino a un certo castello o a quel tale sito archeologico.
Nelle lunghe sere d’inverno, poi, pur se ogni stanza aveva il proprio camino, ci piaceva sederci in circolo intorno a quello della cucina, dove, con gli occhi stregati dallo sfavillio dei carboni che ardevano nel focolare, seguivamo in silenzio i “cunti” di paese raccontati dalle vecchie donne di casa.