mercoledì 27 ottobre 2010

45. La prima volta che ho visto la televisione

Negli anni ’50 del secolo appena passato, una piccola finestra affacciata sul mondo ha rivoluzionato il nostro modo di vedere e percepire le cose:  la televisione!  Ecco la prima volta che ho visto questo schermo magico…. correva l’anno 1958 (forse)





Ho  9 o 10 anni (non ricordo bene), verso le 11 del mattino sto tornando a casa in compagnia di Angela e passiamo davanti all’Asilo, una struttura che a San Giovanni è punto di riferimento importante poiché vi è il cinema e un ricovero gestito da suore che ospita piccini e handicappatati in difficoltà.

Angela, una bella ragazza che ha appena festeggiato i suoi 14 anni, appartiene a quella categoria di persone comunicative, allegre, la simpaticona per eccellenza la cui compagnia è molto richiesta. Dal cinema si affaccia qualcuno e la chiama, le deve far veder una cosa davvero particolare. Entriamo curiose e là, su un tavolo, è poggiato uno scatolone cubico con una facciata a vetro, circondato di legno liscio. Sotto, dei pulsanti che qualcuno s’ingegna a far funzionare. Poi, all’improvviso, lo schermo s’illumina e compare un topolino con una voce nasale strana, che corre dietro ad un cane tonto dal nome Pluto. E’ Mickey Mouse. Non so cosa sia un cartone animato, è la prima volta che ne vedo uno, anzi è la prima volta che vedo la televisione, e la mia risata parte immediata, rigogliosa, prolungata, più vedo il topo e più rido, non riesco a fermarmi. Con la mia ilarità cristallina contagio le tre-quattro persone presenti, tutte adulte. Loro non ridono per topolino, non lo capiscono, ridono della mia allegria. Invece, per me, è amore a prima vista. D’ora in poi, qualsiasi cartone animato mi inchioderà vicino a quella magica scatola e, a qualsiasi età, non smetterò di divertirmi con le animazioni di Walt Disney and Cie.

Va detto che quella trasmissione mattutina era sperimentale, poiché fino alla metà degli anni ’60 i programmi televisivi si trasmettevano solo a partire dalle 8 di sera, in bianco e nero ben inteso.

Barbara Bertolini