martedì 16 febbraio 2010

33. Fino agli anni '50 il latte appena munto veniva consegnato tutti i giorni porta a porta

Ines e Armentina rispondono alla domanda di Simonetta, ovvero come veniva trasportato e conservato il latte nelle case prima del frigorifero.

Pensavo di cavarmela con due parole, ma sentendo le esperte ho capito che ci scappava un post.

Ebbene sì, il latte veniva comperato giorno per giorno sia in città che in campagna perché poteva al massimo durare due giorni, ma solo se faceva freddo.
A San Giovanni, negli anni ’40, e fino agli anni ’50 c’era una donna che chiamavano “la lataröla”, che passava di casa in casa con il suo latte contenuto in un bidone di alluminio, che trasportava sopra un rudimentale carretto. Aveva un mestolo che misurava esattamente mezzo litro. Per cui versava il latte richiesto nei contenitori che le porgevano le massaie, quasi sempre una bottiglia di vetro dal collo largo. La lataröla chiedeva alle famiglie se volevano il latte anche il giorno dopo e, sapeva quindi, grosso modo, quanto latte portare. Altrettanto si faceva in città, dove passava un contadino o contadina con i suoi bei bidoncini.
Questo latte non era pastorizzato e, normalmente, lo si doveva bere solo dopo averlo bollito. Io ricordo invece di una zia che, sapendo la mia passione per il latte, quando mungeva la mucca, me lo spruzzava direttamente in bocca (e inevitabilmente sul viso), buonissimo!
Nei paesi dove c’era la latteria, le mamme mandavano i figli a prendervi il latte con un bottiglione o un piccolo bidone che aveva una chiusura ermetica. Ma durante i mesi invernali (da novembre a marzo) la latteria chiudeva. Ed era in quel momento che la “razdora”, altro termine emiliano per indicare la padrona di casa, con il latte delle sue mucche faceva il formaggio, il burro e la ricotta. Molti di voi, sono sicura, hanno ancora in bocca il sapore di questa ricotta calda appena fatta, che veniva messa sul pane con un cucchiaio di siero.

La contadina nel passato era una lavoratrice instancabile, a tempo pieno, e riusciva non solo a rassettare la casa, occuparsi dei figli, del marito, degli uomini e anziani della famiglia, preparare il pranzo, ma anche a produrre alimenti, ad accudire il bestiame, lavorare i campi e realizzare tessuti per indumenti.
***°°°***
Ecco una buona notizia: è ritornato nelle nostre città il latte di giornata, quello munto di fresco.
Infatti, Ines dice che a Reggio Emilia ci sono ormai vari negozi dove si può comperare latte di giornata. Una mucca disegnata in grande sulla vetrina indica inequivocabilmente il tipo di prodotto venduto. Ci siamo stancati di bere latte che non sa più di nulla, non si sa dove e quando è stato prodotto e arriva sulle nostre tavole dopo aver percorso anche 2000 km. Questi negozi certificano, invece, la provenienza vicina e la qualità del latte: EVVIVA LA GENUINITA’

Barbara

7 commenti:

Simonetta ha detto...

Splendida ed esauriente risposta. Ma è poi vero che a bere il latte appena munto (che immagino debba possedere un sapore inimitabile), si rischiano infezioni? A Barbara è mai successo, con le "spruzzate" che ha ricevuto?

Barbara ha detto...

No cara, non mi è mai successo nulla e io lo bevevo sempre appena munto perchè mia nonna aveva le mucche e aveva un sapore inimitabile

Barbara ha detto...

Però vorrei dire che all'epoca mia le mucche mangiavano solo l'erba durante la bella stagione e il fieno durante l'inverno. Mentre quelle di ora mangiano mangimi, ed abbiamo visto l'effetto "mucca pazza". Dunque il latte ora o si consuma pastorizzato o va SEMPRE bollito.

Annamaria ha detto...

Anche a Campobasso c'è un distributore di latte appena munto. Si trova in piazzetta Palombo e si deve portare il proprio contenitore

Unknown ha detto...

Come si chiama il recipiente del latte che portavano a casa x casa

ALTRI TEMPI ha detto...

Bricco???

Anonimo ha detto...

Belli gli altri tempi, oggi il latte pastorizzato a lunga conservazione dire che fa male è un eufemismo, l'ideale sarebbe andare ancora in qualche stalla a prenderlo crudo come era in...altri tempi