sabato 16 maggio 2009

7. La Libia con le sue città antiche, è stata il mio paese fino al 1970


Sabratha, Leptis Magna, Nalut, antiche città che ho avuto la fortuna di visitare prima di andarmene dalla Libia

di Maria GENTA


Il castello di Tripoli era visitabile solo in parte e all'esterno, ma io ebbi la fortuna insperata di conoscere il direttore delle antichità della Libia (era allora un professore italiano che veniva dall'Università di Perugia) che vi abitava con la moglie ed una figlioletta. Per alcuni mesi andavo al castello per aiutare la signora che preparava la sua tesi di laurea sulle iscrizioni romane dei monumenti delle antiche città di Sabratha e Leptis Magna.
Due città romane stupende, che sono sempre state le mete di tante gite : Sabratha, a circa 80 km da Tripoli, e Leptis Magna a circa 200 km.
A Sabratha, il magnifico teatro veniva utilizzato in estate per rappresentazioni di tragedie greche : fu lì che conobbi, o meglio, che vidi per la prima volta e dal vivo Vittorio Gassman.. Era un attore bravissimo ed era diventato per me quasi un eroe , ma grande fu invece la mia delusione quando, venuta in Italia , lo vidi protagonista di alcuni film : per me aveva perso tutto il suo charme.
Oltre al mare, c'era naturalmente il deserto, che ha un suo fascino molto particolare e, come il mare, poteva diventare pericoloso con le sue tempeste di sabbia. Ho un bel ricordo di una gita all'interno del paese. Con alcuni amici si voleva andare a Nalut, dove dicevano esservi resti interessanti di abitazioni troglodite. Si era con una vettura normale, niente fuoristrada, e rischiammo anche di perderci : ogni tanto si incontravano le piste che conducevano a dei campi petroliferi, poi una barriera di rocce rosse, come una falaise, ma infine arrivammo a Nalut, un paese quasi in montagna. Niente alberi, tutto brullo. Era sera, avevamo fame ed eravamo stanchi. C'era una specie di alberghetto, dove ci offrirono un po‘ di pane e delle uova. C'erano solo brande per dormire, ma poco importava.
Prima dell'alba ero già in piedi e, seduta davanti alla porta del nostro ricovero, assistetti ad uno degli spettacoli più belli che io ricordi: il sorgere del sole dietro a quelle pareti quasi verticali, con i fori delle entrate di quelle che erano state abitazioni o magazzini di riserve di cibo di popoli antichi, il tutto avvolto in una leggerissima coltre di nebbia, quasi iridescente . Del rientro in città non ricordo nulla: quello spettacolo naturale aveva messo tutto il resto in ombra.
Durante un'altra gita verso l'interno, in una sosta, seduta su un muricciolo ai bordi della strada, casualmente, smuovendo la sabbia che copriva il muretto, si scoprì che c'era sotto un mosaico. Non toccammo nulla, anzi lo ricoprimmo prima di andarcene, ma fu ugualmente una bella esperienza.

La Libia è stato il mio paese, ma tutto è cambiato dopo re Idriss
Quello è stato il mio paese: so che ora tutto è cambiato, ma sono contenta di aver potuto viverci in quei momenti quando il mondo era più tranquillo e non c'erano rivalità religiose: a Tripoli convivevano tranquillamente le tre religioni : musulmana, cristiana ed ebraica. Poi, purtroppo, tutto mutò. In Libia c'era la monarchia, ma re Idriss , in seguito ad un colpo di stato militare, fu mandato in esilio, e subentrò Gheddafi. Una cosa buona fu, che, almeno, non ci fu spargimento di sangue.
Però la politica cambiò completamente e tutti gli stranieri vennero espulsi , fra cui gli americani, che avevano una base militare alla Mellaha, a pochi chilometri dalla città, e poi gli italiani, che vennero cacciati dalla Libia sequestrando tutti i loro averi mobili e immobili senza nulla in cambio.

Per noi italiani, che lì eravamo nati e cresciuti, dove avevamo vissuto tutta la nostra vita, fu naturalmente uno shock terribile. Arrivando in Italia, eravamo degli stranieri in terra quasi straniera. Fu dura, ma ce l'abbiamo fatta a costruirci il nostro angolino nel nuovo mondo : l'Italia è la nostra patria.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Fu una vera tragedia la cacciata degli Italiani dalla Libia, costretti ad andare via da dove erano nati ed arrivati in una terra che li considerava "stranieri".
Nessun parlamentare ci ha spiegato il comportamento dell'epoca del Governo Italiano.
Poi se aggiungiamo quanto pattuito circa 5 anni fa, il quadro e' completo.
Saarebbe stato logico aggiungere "una giusta ricompensa" per tutti coloro che lasciarono la Libia con solo 500.000 lire, se non erro.

Barbara ha detto...

Hai perfettamente ragione. Quelle famiglie che avevano coltivato e rese ricche terre infertili e che vivevano sul suolo libico sono stati cacciati come cani. Il governo italiano, secondo me, aveva le mani legate dal petrolio....