di Federica (orto sul terrazzo)
Mentre cercavo in internet delle testimonianze su come vivevano le
nostre nonne, come organizzavano il lavoro di casa e quali attività svolgessero,
mi sono imbattuta in un blog molto bello e interessante: altritempiraccontati.blogspot.it. Si tratta
di una raccolta di testimonianze su come si viveva una volta, soprattutto nella
prima metà del secolo scorso. Vi si trovano aneddoti e racconti per lo più su
come si svolgeva la vita in campagna.
I miei preferiti sono i racconti della signora Armentina, nata e
cresciuta in una famiglia patriarcale. Armentina spiega in varie occasioni come
questi tipi di nucleo domestico riuscissero ad essere totalmente indipendenti
ed in grado di autoprodurre tutto quanto servisse loro.
Naturalmente possedevano dei terreni, allevavano bestiame e lavoravano tutti duramente – non dimentichiamoci che quelli erano tempi duri, di fame e miseria per una buona parte della popolazione italiana – ma in questa realtà fatta di sacrifici, lavoro e rinunce c’è una cosa che mi affascina molto: le abilità di queste persone.
Naturalmente possedevano dei terreni, allevavano bestiame e lavoravano tutti duramente – non dimentichiamoci che quelli erano tempi duri, di fame e miseria per una buona parte della popolazione italiana – ma in questa realtà fatta di sacrifici, lavoro e rinunce c’è una cosa che mi affascina molto: le abilità di queste persone.
In particolare le donne erano il motore della vita domestica
perché, mentre gli uomini lavoravano duramente nei campi, le donne possedevano
la straordinaria abilità di trasformare tutto quanto provenisse da questo
lavoro in oggetti, alimenti e tessuti utili a tutta la famiglia.
Questa è la vera autoproduzione!! L’autoproduzione allora era un
must (come si dice oggi) poiché non c’era la disponibilità di beni e servizi
che c’è oggi e, naturalmente, non c’era nemmeno la disponibilità di denaro che
c’è oggi; quindi se uno voleva qualcosa se la doveva fare o inventarsi un modo
per farla con ciò che aveva. A questo proposito sono emblematici gli articoli
che parlano della produzione domestica della canapa e dell’utilizzo delle
foglie di mais per produrre ceste, pantofole, ecc.
Insomma fino a 50 anni fa i nostri nonni possedevano un bagaglio
culturale enorme, non paragonabile alla preparazione universitaria di oggi, ma
non per questo meno importante e qualificante. Purtroppo la civiltà contadina e
quella postindustriale non si sono integrate fra loro ma si sono sostituite
l’una all’altra. Oggi sappiamo come funziona ogni singola cellula del nostro
corpo (cosa sacrosanta!) ma non sappiamo come procurarci il cibo o gli abiti se
non servendoci del centro commerciale. Sarebbe bello fare un passo indietro e,
oltre al supermaster in economia, saper fare l’orto, fare la pasta fatta in
casa, cucire un paio di pantaloni o fare un maglione a tricot. Sarebbe bello
parlare con i nostri nonni (per chi è fortunato e ancora li ha) e farsi
raccontare come funzionava questo mondo così magico e allo stesso tempo così
duro; e magari provare a tornare un po’ indietro e, come in un gioco di ruolo,
fare finta per un po’ di non avere a disposizione tutto pronto.
Spero che nel blog di altritempiraccontati
le testimonianze continuino e spero che in tanti lo leggano e rimangano
affascinati com’è capitato a me. Il lavoro fatto da Barbara è prezioso e
bellissimo e ha tutta la nostra ammirazione!
Evviva l’autoproduzione … e chi ce la può insegnare!!!!
Federica - www.ortosulterrazzo.it
Email: info@ortosulterrazzo.it
***
Ringrazio
Federica per queste sue considerazioni che apprezzo molto e le auguro tanto
successo nella sua attività. Infatti, gli orti sul terrazzo stanno spopolando
nelle maggiori città europee, grazie ai quali molti cittadini si sono
riappropriati di un savoir faire che si era perso negli ultimi cinquant’anni e che ha
permesso loro di gustare ai piaceri di alimenti sani, freschi… a portata di mano! Barbara
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