Sulle strade della mia infanzia ogni
tanto c’erano cumuli di sassi e, seduto vicino a questi cumuli, sotto il sole
cocente dell’estate o il gelo dell'inverno, un uomo con un grosso martello in mano spaccava queste
pietre, ritmicamente, sasso dopo sasso, per farne della ghiaia. Quest’umo di
mestiere faceva lo “spaccapietre”
uno dei più ingrati lavori manuali esistenti e poiché non aveva guanti, per
parare i colpi del martello, aveva ideato copri-dita con i vecchi copertoni delle biciclette.
Le strade del mio paese fino alla fine
degli anni ’50 e oltre, non erano bitumate ma di terra battuta su cui si
stendeva questo brecciolino. Circolavano pochi mezzi allora e, il traffico su ruota
nei paesini arretrati della Penisola, com’era il mio, era composto per lo più
da camioncini, corriere, moto e soprattutto tante biciclette le cui gomme erano
messe a dura prova. Ogni ciclista doveva essere pronto a tappare la foratura,
ecco perché aveva con sé un mastice particolare e pezze di gomma che venivano incollate
sulla camera d’aria per tapparne il buco. Un gesto che ho visto fare migliaia e
migliaia di volte dai tanti ciclisti e motociclisti. Ma anche alle auto si bucava
spesso la ruota, ragion per cui si pensò di dotarle di una ruota di soccorso.
Le strade della mia infanzia erano,
però, sorvegliate attentamente dal cantoniere
che aveva la responsabilità della manutenzione dei vari chilometri di strade a
lui affidate. Era lui che doveva stabilire se il manto aveva bisogno di altra
ghiaia, e, quindi, se mancava, chiamare lo spaccapietre. Doveva altresì
controllare le cunette che dovevano essere pulite per permettere all’acqua
piovana di defluire e, quindi, di non rovinare la strada. Poiché gli
spostamenti in quegli anni erano difficili, al cantoniere veniva data una bella
casa dove viveva con la sua famiglia. Esso aveva tutta la considerazione dei
paesani che lo ritenevano anche un lavoratore privilegiato. Queste case
esistono ancora, disseminate ovunque su tutta la penisola. Le si nota perché
sono tutte uguali e colorate di bordeaux-mattone. Ora che la figura del
cantoniere non c’è più, sostituita da una équipe di addetti alla manutenzione, queste
case cantoniere sono in vendita, al miglior offerente, e molte non hanno
trovato compratori, ecco perché sono chiuse.
Cava di asfalto |
Non ricordo quando e dove ho visto la
prima strada asfaltata. So che si
cominciò ad asfaltare le strade solo a partire dalla metà dell’Ottocento e la
prima è stata la Parigi-Perpignan. Dopo la Francia fu l’Inghilterra ad
asfaltare le sue e, poi di seguito, tutti gli altri paesi europei. Quelle dei
paesini e borgate, in Italia, furono asfaltate per ultimo, agli inizi degli
anni ’60. La cosa che ignoravo è che
l’asfalto è un prodotto naturale che veniva già utilizzato nell’antichità e che
esistono cave d’asfalto in Europa. Una delle più importanti si trova in
Francia, e questo spiega il motivo per cui fu quel paese ad iniziare
l’asfaltatura. In Italia le si trovano in Sicilia, Abruzzo e Lazio. Mentre
l’attuale asfalto non è più quello delle cave bensì un composto di varie materie.
Sempre parlando di strade, la data del 1924 segna una svolta storica. E’
l’anno in cui, per la prima volta al mondo, viene inaugurata un’autostrada, la Milano-Laghi. Ad aver
avuto l’idea è stato un grande imprenditore di costruzioni stradali, l’ing. Piero Puricelli. E’ lui ad aver ideato,
per primo, una strada a grande velocità, non attraversata da incroci, a
pagamento, e riservata esclusivamente agli automobilisti. Negli anni ’20 cominciavano,
infatti, a circolare sempre più veicoli a motore, anche se molte merci venivano
ancora trasportate con carri trainati da animali. Questo creava caos,
rallentamenti e tanti incidenti tra automobilisti, cocchieri e camionisti.
Un’idea talmente rivoluzionaria, la
sua, che verranno in Italia dagli Stati
Uniti, Inghilterra, Francia e Germania a studiare il progetto dell’ingegnere
per riprodurlo poi nei propri paesi!
Barbara Bertolini©2018 Tutti i diritti riservati
Grazie Barbara per questa narrazione. Pensa che l'autostrada MILANO LAGHI la percorro abitualmente e non ne conoscevo la storia. Questo tratto autostradale ora però rientra fra i più costosi d'Italia. Milano- Como circa 40 chilometri andata e ritorno costo pedaggio EURO 11. Una esagerazione.
RispondiEliminaE' veramente una somma esagerata per un'autostrada costruita negli anni '20, sotto il fascismo. Grazie a te per avermi letto!
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