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Osservatorio astronomico di Capodimonte |
di Barbara
Bertolini
E’ capitato raramente che nel mondo
scientifico padre, figlio e nipote diventassero astronomi e, tutti, ottimi scienziati. Ma la cosa ancora più strana è che la
loro attività la svolgessero presso lo stesso osservatorio, ovvero quello astronomico di Capodimonte di Napoli che ha avuto il privilegio di
ospitarli in una continuità familiare e
scientifica veramente singolare.
Il molisano Antonio Nobile, suo figlio Arminio
e suo nipote Vittorio sono stati i
protagonisti di questa saga familiare per un secolo, dal 1819 al 1920 fino a
quando, Vittorio, fu costretto a scegliere tra la sua attività di astronomo e
quella dell’insegnamento e optò per quest’ultima.
Nell’Osservatorio astronomico di
Capodimonte nacquero sia Arminio che Vittorio poiché gli astronomi avevano
obbligo di dimora.
Il primo ad entrare come assistente
nell’Osservatorio di Capodimonte, allora appena inaugurato, è stato Antonio
Nobile.
Antonio NOBILE nasce a Campobasso nel 1794. In che
anno egli sia andato a Napoli non si sa. Ma racconta Carolina Fiore, la moglie
di suo nipote Vittorio, che il padre Francesco lo mandò a Napoli per diventare
medico. Antonio, tuttavia, preferì seguire la sua vocazione per le matematiche
e le scienze ecco perché all’università
partenopea frequentò i corsi dell’illustre matematico Filippo Maria Guidi.
Il ragazzo si distingue subito per
acume, intelligenza e entusiasmo e, soprattutto una materia lo appassiona più
delle altre ed è l’astronomia. Proprio in quel periodo le lezioni sono tenute
dall’astronomo Giuseppe Piazzi, chiamato
a Napoli dal re per realizzare la specola di Capodimonte. Questo era il nome
dato anticamente ad un osservatorio astronomico.
Infatti, Francesco I di Borbone,
definito re scienziato per i suoi interessi scientifici, aveva pensato
all’ingrandimento dell’ Osservatorio astronomico a Napoli - la cui prima ubicazione era sul Colle di S.
Agnello - spostandolo e ingrandendolo a
Capodimonte e, per questo, aveva chiamato il Pazzi che godeva nel Regno di
grande fama. L’Osservatorio fu inaugurato nel 1819. A quella data risultava
Direttore e primo astronomo, Ing. Carlo Brioschi, secondo astronomo, Ernesto
Capocci e assistente il nostro molisano Antonio Nobile col soldo di venticinque
ducati al mese e l’obbligo di dimora.
Un anno fortunato il 1819 per il giovane
Nobile poiché in quello stesso periodo vince anche per concorso la Cattedra di
geometria nel Collegio medico Cerusico, cattedra che mantiene per 18 anni fino
a quando non è abolita.
Contemporaneamente all’attività di
astronomo, il molisano non tralascia altri suoi studi particolari di
Fisica. Infatti nel 1828 pubblica un Saggio sulla determinazione del calore
diurno a Napoli e una Memoria sulla
determinazione del peso specifico dei liquidi, presentate al Reale istituto
d’Incoraggiamento alle Scienze Naturali in Napoli. Inoltre il suo maestro,
Filippo Maria Guidi, titolare della cattedra di Algebra nell’Università di
Napoli stima talmente il giovane, suo discepolo, da farsi sostituire da lui
durante una sua lunga malattia, e questo per tutto l’anno scolastico 1830/31.
Nonostante una salute cagionevole che
lo costringe ad alternare momenti di grande attività e momenti di riposo,
Antonio Nobile riesce a portare avanti con successo le sue ricerche e le sue
lezioni universitarie.
Nel 1931, dopo aver terminato le
lezioni dell’intero anno scolastico 1831 Nobile intraprende un lungo viaggio scientifico che lo porterà nelle
principali città d’Europa per permettergli di mettersi in contatto con
scienziati di fama mondiale e prendere cognizione dei progressi scientifici
raggiunti fuori dal Regno. Un viaggio che dura da luglio 1831 a dicembre 1832, finanziato interamente dal Governo napoletano.
Le esperienze acquisite durante il
viaggio, le osservazioni di fenomeni naturali (si spinge fino alla lontana
Irlanda per lo studio delle maree), le conversazioni con gli studiosi
avvicinati nelle varie regioni d’Italia e d’Europa come il matematico francese
Jean-Nicolas-Pierre Hachette o il fisico inglese Michael Faraday, furono
materia di Rapporti che il Nobile inviò scrupolosamente e che fecero l’oggetto
di tante conferenze una volta ritornato in sede.
Nel 1833, con la morte di Brioschi e la
nomina di Capocci alla direzione dell’Osservatorio, è promosso alla qualifica
di secondo astronomo. Due anni dopo, all’età di 41 anni, si sposa. La
ventottenne Maria Giuseppa Guacci ( 1807-1848), figlia di
un tipografo è una donna brillante, dall’ingegno vivace la quale, nel tempo in
cui le donne in generale imparavano appena a leggere e scrivere e un po’ di
musica, sapeva di lettere e scriveva versi ammirati dal famoso purista Basilio Puoti che le fu maestro. Di
questi versi già nel 1832 era stata stampata una pregevole raccolta. Casa
Guacci era diventata un salotto letterario dove si riunivano persone amanti di
belle lettere e di musica. Ed è probabile che Nobile abbia conosciuto proprio
così la ragazza.
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Antonio Nobile |
Da questa unione nascono nella specola
di Capodimonte due figli: Arminio e Emilia. Emilia (1889-1963) diventerà successivamente direttrice della
Biblioteca Lucchesi Palli e professoressa di Filosofia all’Università
napoletana.
Secondo Carolina Fiore, che ci da un
affresco della vita dei Nobile in quel periodo:
«Giuseppina fu compresa
dei meriti dell’illustre consorte: moglie affettuosissima, madre ed educatrice
amorosa, perfetta ed ospitale padrona di casa, sempre accompagnava il marito a
Campobasso dove egli ritornava con piacere per rivedere parenti ed amici e per
ritemprare all’aria natia la salute che cominciava ad essere malferma; e là i
suoi concittadini rivolgevano all’illustre consorte dello scienziato
accoglienze fin troppo calorose, almeno a giudicare da un accenno di lei in una
lettera alla madre».
Quello che non ci racconta Carolina è
che Giuseppina Guacci, prima di maritare Nobile aveva un legame amoroso
clandestino ed epistolare con Antonio Ranieri (scrittore, patriota,
senatore del Regno) conosciuto alla scuola del Puoiti e che, nel 1835, sposa il
molisano benché non ne sia ̶
come dice lei ̶
“innamorata punto”, probabilmente solo per accasarsi come si usava in
quel periodo poiché una donna, considerata già vecchia a quell’età, senza un
uomo, contava ben poco. Ciò non toglie che con l’arrivo dei figli, la sua
situazione sentimentale si sia potuta modificare e, perché no, innamorarsi
effettivamente di Antonio.
Intanto Nobile tra il 1842 e il
1844 rivolge la sua attenzione al
problema delle maree in rapporto alla pressione atmosferica, come testimoniato
da due differenti memorie presentate alla R. Accademia delle scienze di Napoli.
E, soprattutto, è tra gli organizzatori e prende parte, nel settembre 1845, al
VII Congresso degli Scienziati italiani, che si tiene a Napoli per volontà di
Ferdinando II e che vede la partecipazione di più di 600 tra i maggiori
scienziati dell'epoca.
Animo sensibile e attento alle esigenze
di cambiamento della società in cui visse, nel 1848 Nobile riprende ad
organizzare con la moglie, nella loro casa di Capodimonte, le riunioni
'sabatine' che la Guacci era solita tenere nella sua abitazione di via Toledo
prima del matrimonio. In quelle
riunioni, dati i nomi di alcune personalità che vi intervenivano, nomi segnati
nelle pagine del Risorgimento, è ben ovvio immaginare che si scivolasse dalla
letteratura su scottanti argomenti di politica e non è un mistero che i coniugi
Nobile professassero sentimenti liberali aperti all’idea d’Unità d’Italia.
Alle proteste e alle richieste di
monarchia costituzionale da parte degli intellettuali napoletani, come
sappiamo, Ferdinando II rispose però con una repressione feroce, seguita da persecuzioni
politiche contro tutte le personalità considerate compromesse, tra cui Nobile
fervente patriota.
Ecco perché la reazione borbonica del
1848 raggiunge anche la specola di Capodimonte e per Nobile e la sua famiglia
comincia un periodo difficile.
Nel 1850, Nobile è dimesso dall'impiego
presso l'Università, insieme ad altri esponenti liberali del mondo accademico.
Gli effetti del decreto hanno conseguenze però solo sulla sua attività
universitaria poiché gli è permesso di mantenere la sua posizione di secondo
astronomo ma non può assumere quella di direttore dell’Osservatorio, ruolo
affidato a Leopoldo Del Re. A causa delle sue idee politiche, nel 1853 gli è
anche negata la nomina a socio del Reale Istituto di Incoraggiamento di Napoli.
Ciononostante, fra dolori ed amarezze,
con l’innato senso del dovere, continua la sua attività di studioso. Infatti
nel 1859 elabora un sistema per determinare la differenza di longitudine tra le
città di Napoli e Roma, basandosi sull'analisi delle traiettorie dei meteoriti.
Dovrà aspettare la caduta del governo
borbonico per riprendere nel 1862 il titolo di Professore emerito
dell’Università di Napoli.
Muore a Napoli l’anno dopo a 69 anni (2 agosto
1863).
***
Suo figlio Arminio NOBILE, nato il 12
agosto 1838 nello stesso Osservatorio di Capodimonte, come già detto, è educato
ed istruito dalla mamma nei suoi primo dieci anni di vita. Morta Giuseppina nel
1848 è il padre a prendere il timone della sua educazione. Compiuti gli studi
secondari passa alla Scuola d’Applicazione di Ponti e Strade che sarebbe poi
l’attuale politecnico dove consegue il titolo di ingegnere. Lo troviamo nel
1860 iscritto nelle liste della Guardia Nazionale provvisoria e, nel 1861, è
ammesso alla Scuola d’Applicazione d’Artiglieria e Genio di Torino con il grado
di Sottotenente di Artiglieria.
L’Osservatorio astronomico di
Capodimonte gli è rimasto nel cuore ecco perché a Torino sente forte la
nostalgia della sua Napoli. Dopo aver dato le dimissioni dall’esercito,
infatti, nel 1864 entra come alunno e poi Assistente nella Specola di
Capodimonte. E, anche lui come il padre, intraprende la carriera accademica
insegnando varie materie tra cui matematica, geometria descrittiva con disegno,
algebra complementare. Dal 1879 gli si aprono le porte dell’Università: vince
la cattedra di Geodesia teoretica.
Nel 1872 sposa Emma von Sommer, figlia
del suo collega Oscar. Dalla loro unione nascono ben sette figli.
Arminio ha primeggiato soprattutto
nell’Astronomia di posizione. Le sue numerose Note e Memorie pubblicate in più
di trent’anni di attività scientifica hanno evidenziato la sua straordinaria
abilità di osservatore e di calcolatore e l’originalità delle sue ricerche. E’
stato il primo al mondo ad aver messo in luce la variabilità a corto periodo,
cioè annuo, della latitudine geografica di un luogo, ciò che equivale ad uno
spostamento del polo geografico sulla superficie terrestre.
L’attività scientifica di Arminio
Nobile è continuata fino alla sua morte avvenuta il 14 giugno 1897.
***
L’ultimo astronomo di casa Nobile è Vittorio anche lui, come il padre, nasce nella specola di Capodimonte il 27
ottobre del 1875.
Cresce in un ambiente scientifico e
familiare che lo forma a grandi ideali. Compiuti gli studi liceali frequenta
l’università a Napoli e, un anno dopo la morte del padre, nel 1898 consegue la
laurea in matematica.
Contemporaneamente, come ha fatto suo
nonno prima e suo padre poi, durante gli studi universitari inizia la carriera
nell’Osservatorio di Capodimonte dove è
nominato Secondo assistente il 1° nov. del 1897 e, quindi, promosso Primo
assistente due anni dopo. Raggiunge il grado di Primo astronomo nel 1904. Il servizio effettivo alla specola si protrae
fino al 1918 con due anni di distacco perché assegnato come aiuto presso la
cattedra di Meccanica razionale dell’Università di Napoli.
A questa attività Vittorio affianca
anche l’insegnamento che svolge presso l’Istituto Volta di Napoli dove
conoscerà la futura moglie.
Ed è qui che sorge il problema quando
un decreto, nel 1920, stabilisce che non si possono più cumulare due cariche
costringendo il nostro a scegliere tra l’insegnamento o la specola.
Dice la moglie di Vittorio:
«Con eroica decisione, soffocando con dolore suo e dei
suoi atavici sentimenti, Vittorio Nobile lasciò definitivamente l’Osservatorio
di Capodimonte rimanendo professore di matematica nell’Istituto industriale A.
Volta di Napoli. Così la famiglia Nobile nel 1920 si allontanò da quella dimora
dopo un secolo da che vi era entrato nel 1819 il capostipite Antonio. Di padre in
figlio e nipote tre astronomi nell’arco di un secolo».
Per la cronaca Vittorio, grazie alla
sua vasta produzione scientifica riesce successivamente ad entrare
nell’insegnamento universitario nella cattedra di ruolo di Astronomia e in
quella di Geodesia per incarico.
Vittorio si era sposato con Carolina
Nobile Fiore, insegnante di matematica che lo sostituisce al “Volta” quando è
chiamato all’insegnamento universitario.
I due non hanno avuto figli. Vittorio Nobile si è spento il 7 dicembre del
1966 e, non essendovi discendenti, è finita con lui la famiglia Nobile.
Il nome però rimane a ricordo e nelle
opere di tre uomini integri, veri scienziati, che indagando le armonie
dell’Universo hanno lasciato orme indelebili nella Scienza di Urania.
E a noi posteri rimane un bell’esempio
di scienziati che, in quel periodo ̶
mancanza di mezzi di comunicazione e viari, guerre, malattie,
povertà ̶ con il loro lavoro,
il loro impegno prodigato fino all’esaurimento delle loro capacità, hanno saputo
far avanzare il progresso apportando un tassello importante alle future
generazioni.
Barbara Bertolini©2017Tutti i diritti riservati
Bibliografia:
Carolina Fiore Nobile, Antonio, Arminio, Vittorio Nobile astronomi
all’Osservatorio di Capodimonte, casa editrice Aurelia, 1974
DBI, voce Antonio Nobile
Barbara Bertolini, Rita Frattolillo, Molisani milleuno profili e biografie,
ed. Enne, Campobasso 1998
La prof. Carolina nobile fiore è statala mia insegnante di matematica
RispondiEliminaInteressante sapere che tra una letterata (la mamma) e uno scienziato (il padre) la figlia abbia scelto il secondo..., Barbara
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