La studiosa Patrizia Turrini,
dell’Università di Siena, che ha fatto un’indagine in merito, ci parla di una
certa Trotula, donna sapiente e colta, medico della scuola salernitana, vissuta
nel Medioevo, e quindi più vicina a noi, che, oltre alle
malattie femminili, si è occupata anche di igiene e di bellezza. Ebbene, questa
medichessa nel suo trattato, Il De
Ornatu, già insegnava alle donne come eliminare rughe e
peli superflui, come rendere smaglianti i denti e la pelle bianca e libera da
impurità, come evitare le borse sotto gli occhi e le screpolature, ma anche
come truccare viso e labbra e tingere di biondo o di nero i capelli.
Per ottenere dei capelli biondi, Trotula proponeva una tintura ottenuta con corteccia di sambuco, fiori di ginestra, zafferano e tuorlo d'uovo; oppure un unguento a base di api, chiuse in una pentola, scottate sul fuoco e impastate con olio; e ancora anemoni tritati, mescolati con latte di capra. Per allungare i capelli e tingerli di nero, consigliava un unguento ottenuto facendo bollire in olio la testa e la coda di una lucertola verde. Per il trucco di viso e labbra, una mistura di miele, vitalba, cetriolo e acqua di rose, bolliti fino a consumarne la metà. Le labbra venivano truccate strofinandovi la corteccia di radici di noce e passandovi poi sopra un colore artificiale ottenuto da un'alga, bianco d'uovo e prezzemolo, e polvere di allume. Infine per schiarire il viso Trotula consigliava un unguento di cera e olio. Alcuni ingredienti prescritti da Trotula - quali acqua di rose, canfora, crusca - sono utilizzati ancora oggi nelle varie creme industriali. Un'altra trovata importante contro le rughe, valida allora come oggi, è l'olio di ricino che funziona in particolar modo sulle rughe intorno agli occhi. Si deve metterne un poco qualche ora prima di andare a letto. Funziona a meraviglia.
Per ottenere dei capelli biondi, Trotula proponeva una tintura ottenuta con corteccia di sambuco, fiori di ginestra, zafferano e tuorlo d'uovo; oppure un unguento a base di api, chiuse in una pentola, scottate sul fuoco e impastate con olio; e ancora anemoni tritati, mescolati con latte di capra. Per allungare i capelli e tingerli di nero, consigliava un unguento ottenuto facendo bollire in olio la testa e la coda di una lucertola verde. Per il trucco di viso e labbra, una mistura di miele, vitalba, cetriolo e acqua di rose, bolliti fino a consumarne la metà. Le labbra venivano truccate strofinandovi la corteccia di radici di noce e passandovi poi sopra un colore artificiale ottenuto da un'alga, bianco d'uovo e prezzemolo, e polvere di allume. Infine per schiarire il viso Trotula consigliava un unguento di cera e olio. Alcuni ingredienti prescritti da Trotula - quali acqua di rose, canfora, crusca - sono utilizzati ancora oggi nelle varie creme industriali. Un'altra trovata importante contro le rughe, valida allora come oggi, è l'olio di ricino che funziona in particolar modo sulle rughe intorno agli occhi. Si deve metterne un poco qualche ora prima di andare a letto. Funziona a meraviglia.
E’ stata persino ritrovata un’antica effige
romana dei primi secoli d.C., dove è rappresentata l’estetista Iulia Agele, di
80 anni, raffigurata accanto al fornello usato per riscaldare la resina con cui
depilare le ricche matrone. Accanto a lei è scolpita la cliente a gambe
scoperte!
Insomma, anche nel settore della cosmesi, c’è
ben poco di nuovo all’orizzonte, già tutto è stato inventato prima, anche se
bisogna aspettare l’anno di grazia 1890
prima che venga fondato a Parigi, da Madame Lucas, il primo istituto di
bellezza.
Però, quello di cui vi voglio raccontare io
è la cosmetica povera, poverissima del periodo della guerra e del dopoguerra.
Come si imbellettavano le nostre mamme, nonne o bisnonne quando non avevano un
soldo in tasca e l’industrializzazione dei prodotti stava ancora per essere
messa a punto?
Una cosmetica popolare, basata esclusivamente
su ingredienti “umili” è sempre esistita.
E il prodotto di igiene del corpo più utilizzato in tutte le epoche è senz’altro
il sapone. Un sapone che veniva
realizzato nelle case contadine negli anni ’40-’50 con il grasso di animale, in
particolare il maiale a cui si aggiungeva la soda caustica. E poiché non
c’erano soldi per comperare profumi, gli si toglieva lo sgradevole odore che
emanava aggiungendo del borotalco. Almeno questa è la ricetta della Signora
Armentina, veterana di questo blog - che dice - bisognava bollire questo grasso ore e ore perché si
squagliasse completamente grazie alla soda caustica. Ma il sapone poteva venir realizzato con i
fondi di olio, con lo strutto e lardo, e il migliore era però quello fatto con l’olio d’oliva. Per quanto riguarda il talco è un prodotto che si trova in
natura, è infatti un minerale e l’Italia ne sforna 100 mila
tonnellata all’anno che estrae dai vari giacimenti delle Alpi, della Toscana e
della Sardegna. Dunque abbondante e poco caro. In cosmetica si chiama “borotalco” perché nel 1874 un
farmacista di Firenze, Henry Roberts, vi aggiunse dell’acido borico e scoprì
così uno dei prodotti più utilizzati dagli italiani fin dalla culla.
Come si lavavano
i capelli nel periodo bellico? Lo shampoo utilizzato era nientemeno che la
lisciva di bucato, quel bucato che veniva fatto, una volta al mese, dentro un gran pentolone con la
cenere, per intenderci. Poi, per farli brillare, nell’ultimo risciacquo ci si
metteva l’aceto di vino. Effetto davvero fantastico. Per schiarirli, invece, la
camomilla raccolta nei campi, poi fatta bollire, era perfetta.
Per quelle che non rinunciavano alla cura
della propria pelle, l’unguento per
eccellenza utilizzato era la cera d’api.
Tra le resine c’era la ragia di pino, la
trementina, il mastice e la pece e un buon chimico sapeva trasformare questi
prodotti in creme cosmetiche super efficienti e che sono comunque gli antenati
delle creme odierne. Però, nei piccoli paesi dove non c’era il farmacista, le
nostre nonne dovevano, come sempre, arrangiarsi da sole.
Tra i profumi
che più circolavano nelle case del dopoguerra c’era la “violetta di Parma” e ” l’acqua
di rose”. In quel periodo la donna,
per apparire bella, doveva avere un
incarnato diafano, quasi bianco latte, niente abbronzatura, moda importata dalla Costa Azzura solo dopo gli anni '60.
E, quindi, molte contadine, la cui pelle si abbrustoliva al sole mentre erano
affaccendate nei lavori dei campi, per sbiancarla, utilizzavano la pomata del Dott. “Biancardi”, una crema densa che dava un aspetto quasi "lunare", poco piacevole. Questo è
l’unico prodotto di bellezza che ho visto circolare in casa negli anni ’50, insieme al rossetto.
Poi, arrivò la TV e Carosello, che portò
nelle nostre case il desiderio e la voglia di tanti prodotti industriali come
quelli della Mira, della Palmolive, della Roberts: saponette, dentifrici, shampoo, crema da barba,
ecc… e si entrò nel mondo favoloso ed effimero dei prodotti già pronti, usa e
getta. Il boom economico di quegli anni aveva portato nelle tasche di tanti italiani
un po’ di soldi che permettevano anche di acquistare il superfluo.
Barbara Bertolini - tutti i diritti riservati
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaIo uso regolarmente la pomata del dottor Biancardi, mi faccio una bella maschera da restare posa per 30 minuti, rende la pelle pulita e uniforme. Altra crema vintage molto efficace? La Nivea in lattina, una al mese per me è la pelle è liscia e morbida
RispondiEliminaMia mamma ha utilizzato la biancardi per tutta la vita ed ha la pelle molto meglio della mia che ho sprecato denaro per creme costosissime che non sono servite a nulla. La Biancardi per me è troppo corposa, ma la Nivea potrei provare. Grazie, Barbara
RispondiEliminafine a che età si può usare questa crema
RispondiEliminaLa Biancardi non è molto cremosa e a mio avviso è utile per schiarire l'incarnato. La si può usare tutta la vita, dipende molto dal tipo di pelle che hai. Non credo sia adatta per pelli molto secche.
RispondiEliminaSi può usare al contorno occhi?
RispondiEliminaIo non ho la risposta,ma volevo sapere anche io si può usare al contorno occhi grazie.
EliminaSE hai allergie no. Ti conviene testarla
RispondiEliminaQuesta crema è stata prodotta negli anni '50 per cui in settant'anni non è mai successo nulla di grave, per cui penso che vada bene anche per il contorno occhi, a meno che, come ti dicevo, tu abbia delle particolari allergie. Mia madre se l'è sempre messa e ti confesso che la sua pelle è molto meglio della mia che ho messo creme costose e inutili!, Barbara
RispondiEliminaIo ho visto mia madre utilizzarla nel 1959. Si era fatta un brutto taglio sul décolleté infilando dalla testa un vestito sul quale era rimasta una spilla ornamentale, la cicatrice con se ne andava e le fu consigliata questa pomata. Io ero molto scettico a causa del nome che mi sembrava inventato per esaltare gli effetti sbiancanti della pomata. Invece funzionò, un po' alla volta l'inestetismo si schiarì e la pelle ritornò normale. Un risultato che ricordo ad oltre 60 anni di distanza e che mi fa consigliare il prodootto anche alle mie figlie. By
RispondiEliminaWow che bel commento per questa pomata, chissà se funziona per togliere le macchie? Da provare. Grazie, ciao, Barbara
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